Affitto con riscatto: cos’è e come funziona

Tra le varie tipologie di vendita, la formula di affitto a riscatto è la più gettonata degli ultimi anni. Ma di cosa si tratta nello specifico?
L‘affitto con riscatto è un particolare tipo di contratto che permette a colui che prende in affitto una casa di diventarne proprietario dopo un determinato periodo di tempo. È come se fosse una forma di leasing, anche se le differenze sono tante.
Questo particolare tipo di contratto può essere applicato sia per beni mobili che per i beni immobili. Nel caso di una casa, ad esempio, il contratto prevede che il proprietario si accordi con il futuro affittuario/compratore e concede la sua proprietà in affitto per un periodo di tempo limitato, che ovviamente viene stabilito anticipatamente. Trascorso tale periodo, si procede alla vendita dell’immobile con conseguente passaggio di proprietà. Poi, nel momento in cui si procede alla vendita, si può tener conto, sia per intero che parzialmente, dell’importo versato sino a quel momento come canone d’affitto. Esistono diverse forme contrattuali di affitto a riscatto.
Quali sono i vantaggi?
Al giorno d’oggi, a meno che non si abbia un gruzzoletto da parte da versare come anticipo per un acquisto, le banche che concedono mutui sono davvero poche. E quand’anche lo concedono, i tassi di interesse sono alle stelle. Per poter ottenere un mutuo, molto dipende dalle condizioni lavorative dei futuri compratori. In una coppia, ad esempio, è imprescindibile che entrambi lavorino e che abbiano un contratto a tempo indeterminato, meglio se statale o comunale. In caso contrario, è veramente difficile ottenere un mutuo. Per tale ragione, sono sempre meno le persone che comprano casa e che ripiegano la loro scelta sull’affitto con riscatto. Questa soluzione è vantaggiosa sia per chi vuole acquistare che per chi deve o vuole vendere. Nel primo caso, chi vuole acquistare può farlo senza bisogno di un mutuo, ma soprattutto con la consapevolezza di non vanificare le rate dell’affitto. Allo stesso tempo, chi vuole vendere ha l’opportunità di concedere una casa in affitto, incassandone regolarmente l’importo della rata, e poi cedere definitivamente l’immobile al momento della vendita in presenza del notaio.
Quali sono gli svantaggi?
Nonostante sia una soluzione da non sottovalutare, il contratto di affitto con riscatto, nella realtà, può essere considerato solo un palliativo, dal momento che se i soldi per comprare una casa non si hanno, di certo in 3/4 anni la situazione non cambia. Ovviamente poi ci sono le eccezioni, ma stando così i fatti, bisogna tener conto che solitamente questi generi di contratti prevedono una quota di affitto maggiore rispetto a quelle comuni e quindi si deve valutare bene se il gioco ne vale la candela. Inoltre, se alla fine dei giochi si decide di non procedere con l’acquisto, il canone versato fino a quel momento per l’affitto ovviamente va perso. Infine, ricordarsi sempre di trascrivere il contratto per evitare brutte sorprese.
Cosa prevede la legge
Il D.L. 133 del 2014, meglio conosciuto come decreto Sblocca Italia, disciplina le varie opzioni di affitto con riscatto. Secondo la legge, quindi, si stabilisce che i contratti devono essere regolarmente trascritti sugli appositi registri immobiliari. A differenza di quelli preliminari, la cui durata è solitamente di tre anni, i contratti di affitto con riscatto possono avere una durata di 10 anni. Sempre nello stesso decreto, al comma secondo, viene precisato che il contratto con riscatto può essere risolto nel momento in cui il compratore/affittuario non proceda regolarmente al versamento della quota mensile pattuita. A tal proposito, sul contratto deve essere chiaramente indicato quanti mancati pagamenti o ritardi negli stessi possono essere accettati, prima che scatti la risoluzione del contratto.
Prima di procedere alla soluzione di affitto con riscatto, è importante visionare bene il contratto e leggerne attentamente le condizioni. Per valutare l’effettiva convenienza dell’affitto con riscatto, bisogna considerare anche il prezzo di vendita che viene deciso dalle due parti. Tale importo, infatti, può essere quello di mercato, oppure un prezzo fissato sin dall’inizio e poi magari ridotto tenendo conto dell’importo versato per l’affitto durante tutto quell’arco di tempo.
Non bisogna mai sottovalutare le condizioni che regolano la risoluzione del contratto. Queste ultime, infatti, devono essere valutate con molta attenzione per non incappare in spiacevoli sorprese, come interessi o eventuali indennità a carico di una parte o dell’altra.